Tra pochi giorni (15-16 giugno, a Roma) al via Apro18, l’evento nel quale Assoprovider incontrerà imprese e cittadini per parlare delle nuove sfide delle tlc, con temi come competitività dopata, GDPR e blockchain.
Per saperne di più sull’evento, abbiamo incontrato Dino Bortolotto, il presidente di Assoprovider. Ecco cosa ci ha raccontato su Apro18.
Quali sono le opportunità di Apro18, perché esserci?
«Partecipare ad Apro18 significa soprattutto scoprire che esiste un’associazione che da anni lotta per cercare nuovi modi, più giusti, di gestire le risorse pubbliche. In questi anni Assoprovider ha già dimostrato che, coinvolgendo soggetti diversi, imprese, associazioni, istituzioni, si possono raggiungere risultati importanti. Le nostre vittorie in questi anni, da quando nell’aprile del 2002 abbiamo ottenuto il riconoscimento degli ISP come operatori di telecomunicazione, sono state e sono determinanti anche per la riduzione del digital divide nel nostro Paese e per una competitività equa nelle tlc».
Tra i temi di cui si parlerà ad Apro18, c’è proprio quello della competitività dopata…
«È questo il punto di partenza di tutte le attività di Assoprovider negli anni. Nel settore delle tlc emerge la necessità di un nuovo modo di fare impresa e una nuova gestione da parte del legislatore. La competitività economica del Paese deve essere effettiva e basata su dati oggettivi e non deve essere preclusa a qualcuno a livello normativo. L’art. 3 della Costituzione spiega che è compito dello Stato rimuovere le barriere di ingresso che impediscono “la piena partecipazione dei lavoratori all’organizzazione economica del Paese”. Questo non avviene nei fatti».
Tra i temi affrontati c'è poi il GDPR: anche in questo caso è polemica tra i piccoli operatori delle tlc.
«Molte norme nelle tlc non tengono conto di uno scenario complesso che è fatto di realtà imprenditoriali che hanno caratteristiche diverse. Un conto è un operatore che serve mille utenti, altro è uno che ne serve un milione. Anche sul tema GDPR il legislatore pare aver dimenticato che tra gli operatori delle telecomunicazioni ne esistono di grandissimi e di piccolissimi e non possono valere per tutti le stesse norme, come quella, per esempio del DPO. Questa è una delle chiavi con cui tratteremo il GDPR e per farlo in modo sinergico abbiamo invitato rappresentanti di Confcommercio come di Confartigianato».
Si parlerà anche di blockchain. Perché gli operatori di tlc sono sensibili al tema?
«La possibilità di utilizzare i registri distribuiti che costituiscono la natura della blockchain è un tema che un operatore non può ignorare. Discuteremo di questo e di come la struttura stessa della blockchain, da tutti considerata come il futuro della Rete, sia oggi in contrasto con il regolamento del GDPR. Il regolamento infatti dice che i dati personali, a discrezione del soggetto, vanno cancellati. Sulla blockchain i dati, al contrario, non possono essere eliminati una volta inseriti sui blocchi della catena».
Apro18 sarà anche l’occasione per parlare delle prossime sfide di Assoprovider. Quale quella più importante?
«Stiamo già da qualche tempo portando avanti un nodo di democrazia imprenditoriale da sciogliere al più presto: l’utilizzo dello spazio frequenziale, un bene collettivo che oggi è in mano soprattutto agli oligopoli. Sono loro a decidere che frequenze usano e quanto pagarle, al di fuori da ogni competizione reale. Inoltre, siamo il Paese nel quale le frequenze licenziate punto-punto sono le più care, almeno 10 volte di più di quanto avviene in Europa. Garantire a tutti l’accessibilità alle frequenze è una battaglia che vedrà l’associazione impegnata nei prossimi anni»
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