Chi ha inventato Internet? Opere e miracoli di Tim Berners-Lee, il papà del World Wide Web

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Perché è importante l’interoperabilità dei sistemi e delle piattaforme? Assoprovider dedica degli approfondimenti su chi ha fatto la storia della Rete. Il primo protagonista è Tim Berners-Lee, l’inventore del World Wide Web.

«Perdere il passato significa perdere il futuro» (Wang Shu)

Per innovare bisogna conoscere quello che c’è stato prima. Qualsiasi azienda o startup che voglia fare innovazione nel mondo digitale non può “fare a meno del passato”.

È  proprio partendo da questa verità che Assoprovider ha deciso di creare un appuntamento legato al ricordo delle gesta dei padri fondatori di Internet: senza il loro impegno e ingegno, il mondo che oggi conosciamo non sarebbe mai esistito.

E anche il nostro lavoro come provider sarebbe ben diverso.

La prima puntata del nostro viaggio è dedicata a Tim Berners-Lee. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’inventore del World Wide Web.

Tim Berners-Lee: origini di uno dei papà di Internet

La passione per l’hitech la eredita dai suoi genitori, due matematici che lavorano con il Ferranti Mark 1, uno dei primi computer della storia a uso commerciale. Il piccolo Tim ne resta affascinato.

Dopo la laurea in fisica, il suo amore per la tecnologia prende il sopravvento. Il suo primo lavoro è di ingegnere presso un’azienda di telecomunicazione nel sud-est dell’Inghilterra. La sua prima invenzione è nel 1978: si tratta di un software per stampanti.

La svolta avviene qualche anno dopo quando viene chiamato a lavorare come consulente esterno presso il CERN. È lì che propone un progetto che semplifica la condivisione delle informazioni tra i vari ricercatori dell’istituto. Si chiama Enquire ed è primo client di ipertesti della storia, un primo prototipo di quello che sarà l’invenzione a cui deve tutto il suo successo.

Il World Wide Web nasce dalla frustrazione

Dopo qualche anno Tim ritorna al CERN, nel 1989, e farà la storia. Lavora a un ulteriore sviluppo di Enquire, un progetto che punta a creare una rete informatica interconnessa per inserire pagine ipertestuali. Il sentimento che lo spinge a farlo è la frustrazione, come spiega lui stesso in quest’intervista a Business insider, di cui riportiamo un estratto:

«Ricordo la frustrazione che provavo a ogni meeting: ogni documento andava stampato oppure copiato su un disco e trasmesso a un altro computer. Quello che più mi irritava era la mancanza di interoperabilità tra sistemi».

L’interoperabilità dei sistemi è un fattore determinante ancora oggi, e rappresenta un principio che orienta da sempre l’azione di Assoprovider perché la mancata interoperabilità, tra le altre cose, impedirebbe il corretto sviluppo della concorrenza e quindi sarebbe un freno all’innovazione.

Nella stessa intervista, Tim parla anche della soluzione al problema da lui ideata, per collegare i computer dei centri di ricerca e condividere le informazioni, una sorta di database online a cui si potesse accedere da ogni computer.

«Gran parte della tecnologia che abbiamo usato già esisteva, come gli ipertesti e Internet. Quello che abbiamo fatto è stato mettere questi ingredienti insieme per farli funzionare. Si trattava di un lavoro».

Tim non è il primo a capire che c’è quest’esigenza di uno spazio comune dove condividere documenti tra ricercatori. Anche altri ci stavano provando. Perché hanno fallito, mentre lui ha vinto? Per due ordini di motivi:

 

  1.  Per l’approccio decentralizzato. Mentre altri costruivano sistemi che funzionavano solo su alcuni sistemi operativi, come IBM, Tim aveva capito che la Rete di condivisione dovesse funzionare senza costringere gli utenti a cambiare i sistemi operativi ai quali erano abituati.
  2.   Per l’offerta gratuita. Alcuni protocolli all’epoca avevano anche più successo dell’idea di Tim, solo che erano pensati per chiedere royalty agli utilizzatori. Tim concepisce sin dall’inizio il suo software come un sistema aperto a tutti.

Il primo protocollo di quello che poi è il World Wide Web viene presentato nel 1989, con un’implementazione successiva nel 1990. Dopo aver avuto il parere positivo del CERN, il genio dell’informatica, con la collaborazione di Robert Cailliau, progetta anche il primo browser web e il primo server web. Poi seguiranno altre tre straordinarie invenzioni:

1)      Il linguaggio HTML

2)      Il protocollo http

3)      Gli URL

Nel 1991, nasce il primo sito web della storia: info.cern.ch. Cosa c’è all’interno? La prima pagina contiene info sul progetto WWW e spiega con dettagli tecnici come creare una propria pagina web.

Internet e futuro: le più belle frasi di Tim Berners – Lee

Oggi Tim ha 62 anni. Nella sua carriera è stato insignito di una marea di titoli e onorificenze. Il più recente, e siamo sicuri uno dei più graditi, è il Turing Prize, il premio Nobel per l’informatica, che gli è stato concesso per l’invenzione del “World Wide Web, del primo browser e di protocolli e algoritmi fondamentali per l’espansione della Rete”.

Oltre al patrimonio che ci ha fornito, Tim ha offerto negli anni anche tante perle di saggezza sul reale significato della Rete e sulle sfide dell’Internet nel futuro. Ne abbiamo raccolte alcune.

«Il web come lo immaginiamo non esiste ancora. Il futuro è sempre più vasto del passato».

Leggi qui per approfondire: L’Internet del futuro sarà così: 5 trend da tenere d’occhio

«Quando uno strumento offre così ampi margini per la creatività, come il web, gli unici limiti sono nella nostra immaginazione».

«Non possiamo dare colpa alla tecnologia dei nostri errori».

«Abbiamo bisogno della diversità di opinioni nel mondo per affrontare le sfide del futuro».

«Le informazioni sono la cosa più preziosa e dureranno più a lungo dei sistemi che le contengono».

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