Il 5G causa il Coronavirus (e le altre bufale sulla nuova tecnologia)

il 5g

È il 5G ad aver causato la diffusione del Coronavirus? È quello che sostengono le più recenti teorie del complotto, che hanno portato persino alla distruzione di alcune antenne radio in giro per il mondo. Ma cosa c’è di vero in questa teoria?

Scopriamo brevemente di cosa parliamo quando discutiamo di 5G e poi approfondiremo le teorie cospirazioniste legate alle onde radio in generale e al COVID-19 in particolare.

Che cos’è il 5G

L’abbiamo visto in tante occasioni, ma è bene fare un ripasso per chi non ne è a conoscenza. 5G è l’acronimo di 5th Generation, quinta generazione, indicando quindi l’ultima frontiera nel mondo delle connessioni via telefonia mobile. Andando sul pratico, se oggi navighiamo da smartphone con la tecnologia 4G/IMT-Advanced, domani con il 5G avremo prestazioni e velocità molto più elevate.

Ma il 5G è importante soprattutto per le applicazioni che consente. Il mondo dell’hi-tech globale si orienta sempre di più verso nuove frontiere: Internet delle Cose, Intelligenza Artificiale, Blockchain, pagamenti digitali, digitalizzazione delle istituzioni. Tutte queste nuove frontiere saranno abilitate proprio dal 5G, che rappresenta quindi anche un importante stimolo per l’economia e le infrastrutture digitali del presente e del futuro.

In questo video, un approfondimento sul 5G dal Consigliere Assoprovider Paolo Di Francesco:

Onde radio, cellulari, 5G e rischi per la salute

Le tecnologie senza fili sono da tempo sospettate di essere causa di problemi alla salute. Secondo diverse ricostruzioni, la paternità delle teorie sulla pericolosità delle onde radio sarebbe da attribuire all’esperto di fisica Bill P. Curry, che già venti anni fa studiò i possibili impatti dell’installazione delle reti wireless nelle aule di una scuola. In un lungo rapporto, Curry scrisse che costituivano “probabilmente un serio pericolo per la salute”.

Da allora, il suo lavoro è stato ripreso come fonte da numerosi soggetti anti-wireless: siti web di controinformazione, associazioni di consumatori, singoli individui e così via. In particolare, ha fatto scalpore un suo grafico, che metterebbe in correlazione la quantità di radiazioni assorbita dal cervello umano all’aumentare delle onde radio:

onde radio

 

La conclusione di Curry è che all’aumentare dell’esposizione a onde radio sempre più “forti”, sarebbe aumentato anche il rischio di sviluppare un tumore al cervello.

Il grafico continua ancora oggi a essere condiviso su articoli e post sul web. Inevitabilmente, è stato rilanciato anche in concomitanza con l’arrivo del 5G.

La teoria di Curry però è smentita da diverse ricerche scientifiche, che ci dicono in sostanza due cose. Primo, che per essere dannose per l’uomo, le frequenze devono essere estremamente alte: è il caso, per esempio, dei raggi X. Le frequenze a cui funzionano le tecnologie di connessione dei nostri dispositivi non raggiungono tali picchi. Secondo: la nostra pelle ha una capacità isolante, che fornisce una sicura protezione per i nostri organi interni.

Secondo David Robert Grimes (fisico e impegnato a Oxford nella ricerca sul cancro) e  Dorothy V. M. Bishop (psicologa), esiste “una schiacciante serie di prove scientifiche” che “suggeriscono che le microonde e le frequenze radio utilizzate nell’ambito delle moderne comunicazioni siano sicure”.

Esiste poi la convinzione che in qualche modo vivere nei pressi dei ripetitori di tali segnali radio sia pericoloso. La teoria sarebbe in questo caso da attribuire a David O. Carpenter, medico laureato a Harvard, che dagli anni Ottanta sostiene che i tralicci degli elettrodotti sarebbero causa della leucemia nei bambini.

Altri studi, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo, non hanno mai raggiunto la conclusione che esista una correlazione tra i tralicci e la leucemia.

L’ultima bufala: Coronavirus e 5g

coronavirus e 5g

In questo grafico di Vox, che utilizza i dati di un’analisi di Zignal Labs effettuata sul dibattito online generato dal Coronavirus, vediamo quali sono le principali cospirazioni oggi diffuse sul web, riguardo alla causa della malattia. Ben prima dell’idea che si tratti di un esperimento da laboratorio, i cospirazionisti ritengono che sia stato Bill Gates a crearlo, mentre al secondo posto troviamo proprio il 5G come possibile causa per il SARS-CoV-2.

La teoria sarebbe partita intorno al 20 gennaio, quando alcuni utenti hanno collegato l’installazione dei ripetitori per il 5G a Wuhan allo scoppio dell’epidemia, che sarebbe avvenuto poco dopo. Secondo Wired, la “notizia” sarebbe poi diventata davvero virale nel momento in cui un medico di base belga, Kris Van Kerckhove, in un’intervista a un giornale locale ha confermato il nesso tra le antenne 5G e l’epidemia in Cina.

L’idea si è ulteriormente diffusa quando è cominciata a circolare la teoria per cui il 5G sarebbe stato sperimentato prima a Wuhan e poco dopo nel nord Italia, in anticipo rispetto al resto del mondo. Ecco quindi spiegato anche il picco di casi che purtroppo abbiamo registrato nelle nostre regioni più colpite.

Una teoria così convincente da provocare la distruzione di diversi ripetitori e antenne nel mondo, anche non legati al 5G.

In realtà, le sperimentazioni non si sono concentrate solo a queste due aree. Restando solo all’Italia, le reti 5G sono state testate anche a L’Aquila, Bari e Matera, decisamente meno colpite rispetto alle regioni settentrionali. Allo stesso tempo, come fa notare la BBC, il Coronavirus si è diffuso in maniera massiccia anche nel Regno Unito e in Iran, dove la nuova tecnologia non è stata ancora implementata, nemmeno in via sperimentale.

Il 5G abbassa le difese immunitarie?

Proprio come avveniva per il resto delle onde radio, la tecnologia 5G è stata accusata di ridurre le difese immunitarie, aumentando il rischio di contrarre la malattia. Ma gli scienziati smentiscono categoricamente l’assunto. Un esempio è il dottor Simon Clarke, professore associato di microbiologia cellulare, che spiega sempre alla BBC: «L’idea che il 5G abbassi le difese immunitarie non ha alcun riscontro». Clarke conferma poi l’assunto che le frequenze del 5G non siano abbastanza “forti” da provocare questo tipo di danno: «Le onde radio possono disturbare l’organismo, perché fonte di riscaldamento: a quel punto il tuo sistema immunitario non può funzionare. Ma le onde radio del 5G non hanno nemmeno lontanamente il tipo di potenza necessaria a causare disturbi al sistema immunitario. Esistono tanti studi sul tema».

L’emittente ha diffuso anche questo grafico che dimostra come le radiazioni prodotte dai dispositivi smart e a microonde siano persino meno potenti della luce naturale:

spettro elettromagnetico del 5g

Per approfondire il tema del 5G, leggi anche:

5G: come mettere la tecnologia a servizio di tutti secondo Assoprovider

Fulvio Sarzana racconta il suo libro tra 5G, fibra e concorrenza

 

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