“La nuova ZES UNICA SUD danneggia le PMI”, la denuncia di Antonella Oliviero

Sono due i grandi limiti della Zona Zes Unica Sud, l’esclusione della banda larga e di tutti i progetti di investimento di importo inferiore a 200 mila euro, come spiega il vice presidente di Assoprovider in quest’intervista. 

«Dobbiamo farci sentire, chiudere i nostri servizi per qualche giorno, per far comprendere a questo governo quanto le piccole e medie imprese del Sud siano fondamentali per tutti il Paese», questo è il messaggio che Antonella Oliviero lancia contro la Zona Zes Unica al Mezzogiorno.

L’imprenditrice e vice presidente di Assoprovider ha lanciato una battaglia contro le gravi storture del provvedimento che rimpiazza il vecchio Credito di Imposta Mezzogiorno. L’abbiamo raggiunta per farci raccontare di più.

Cosa è contenuto nel provvedimento che è un macigno per le piccole e medie imprese del Sud? 

«Sono due i punti contro cui tutte le PMI del Sud dovrebbero alzare la voce. Il primo è l’esclusione di tutti i progetti di investimento di importo inferiore a 200 mila euro, che di fatto impedisce alle  piccole e medie imprese di accedere alle agevolazioni, in ogni settore».

E poi c’è il nodo banda larga?

«Sì questo è un altro incredibile paradosso. Dalle agevolazioni è stato escluso il settore della banda larga che è quello trainante per lo sviluppo tecnologico e per la crescita della competitività delle imprese. Così attaccano tanti colleghi provider del Sud che lottano ogni giorno per combattere il digital divide. Un altro boccone amaro da digerire per noi operatori di prossimità dopo il Piracy Shield di AGCOM, che di fatto ci obbliga a sostenere dei costi, solo per fare l’interesse di grossi gruppi».

Intanto gli investimenti sono bloccati?

«Quando potevamo usufruire del Credito di Imposta (Bonus Investimenti Mezzogiorno) facevamo serenamente degli investimenti, sapendo che comunque avremmo potuto compensare così tasse e contributi. Oggi brancoliamo nel buio, non possiamo pensare al futuro, mentre molte piccole e medie imprese rischiano di avere difficoltà nel mantenere i dipendenti, recando un danno non solo a loro, ma anche alle loro famiglie. Le istituzioni devono metterci nelle condizioni di andare avanti e programmare il futuro delle nostre aziende e dei territori in cui viviamo».

Cosa state facendo per alzare la voce contro il provvedimento?

«Abbiamo interrogato tutti, dai politici, alle associazioni di categoria. Fino ad altri imprenditori che abbiamo scoperto che in molti casi non erano a conoscenza dei cambiamenti così drastici della normativa. Siamo anche riusciti a far presentare un emendamento al decreto Milleproroghe presentato da Naike Gruppioni, deputata di Italia Viva, che purtroppo non è passato. Abbiamo attivato un’attività di ufficio stampa per far conoscere ai giornalisti la nostra situazione. Inoltre, stiamo organizzando eventi per sensibilizzare gli imprenditori del Sud sui gravi limiti di questa misura e prepariamo azioni dimostrative nelle prossime settimane».

Per approfondire puoi vedere qui l’intervista che la nostra vice presidente ha rilasciato a Cusano Tv.

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