Il rischio di carcerazione per gli Internet Service Provider (ISP) rappresenta una minaccia senza precedenti per il settore delle telecomunicazioni in Italia
Assoprovider, l'associazione rappresentativa dei piccoli e medi fornitori di servizi Internet in Italia, lancia un forte allarme riguardo agli emendamenti recentemente approvati dalle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato nell'ambito del DL Omnibus contro la pirateria TV e gli eventi sportivi.
Il punto di massima criticità è l'introduzione del rischio di carcerazione per gli Internet Service Provider (ISP) che non segnalino tempestivamente presunte attività illecite. Questa disposizione rappresenta una minaccia senza precedenti per il settore delle telecomunicazioni in Italia.
Gli emendamenti in questione prevedono:
1. L'estensione degli obblighi di blocco dei contenuti diffusi abusivamente anche ai fornitori di servizi VPN e DNS pubblicamente disponibili.
2. L'obbligo per i prestatori di servizi di accesso alla rete di segnalare immediatamente all'autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria eventuali attività penalmente rilevanti di cui vengano a conoscenza, pena la reclusione fino a un anno per l'omissione della segnalazione.
«L'introduzione del rischio di carcerazione per gli ISP è una misura draconiana e sproporzionata. Questa norma non solo mette a repentaglio la libertà personale degli operatori del settore, ma rischia di paralizzare l'intero sistema delle telecomunicazioni in Italia», dichiara Giovanbattista Frontera, presidente di Assoprovider.
Assoprovider sottolinea i seguenti punti critici:
1. Rischio carcere ingiustificato: la minaccia di reclusione per un'attività di natura tecnica e commerciale è senza precedenti e ingiustificata.
2. Impossibilità pratica: gli ISP non hanno gli strumenti né le competenze per determinare quali attività siano “penalmente rilevanti”.
3. Sovraccarico del sistema giudiziario: il timore di sanzioni penali potrebbe portare a un eccesso di segnalazioni, intasando il sistema giudiziario.
4. Impatto sulla concorrenza: questa norma colpirà in modo sproporzionato i piccoli e medi operatori, che non hanno le risorse per implementare sistemi di monitoraggio complessi.
5. Conflitto con la privacy: l'obbligo di monitoraggio si scontra con le normative sulla protezione dei dati personali, mettendo gli ISP in una posizione legale insostenibile.
«Ci troviamo di fronte a un bivio pericoloso. Da un lato, rischiamo il carcere se non segnaliamo attività sospette. Dall'altro, potremmo violare le leggi sulla privacy se monitoriamo eccessivamente il traffico dei nostri utenti. È una situazione impossibile per qualsiasi operatore», sottolinea Frontera.
Assoprovider chiede un immediato intervento del legislatore per rimuovere la minaccia di carcerazione e rivedere complessivamente questi emendamenti. L'associazione è pronta a collaborare per trovare soluzioni efficaci contro la pirateria che non mettano a rischio la libertà personale degli operatori e i diritti fondamentali degli utenti.
«Siamo determinati a contrastare la pirateria, ma non possiamo accettare il rischio di finire in carcere per svolgere il nostro lavoro. Chiediamo una revisione urgente di questi emendamenti e l'apertura di un tavolo di confronto con tutte le parti interessate», conclude Frontera.
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