APRO19: le risposte della politica e la killer app sul 5G

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Si conclude APRO19, l’evento di Assoprovider che misura lo stato del mercato delle tlc in Italia. Ecco i volti, i temi, le risposte delle forze al governo alle istanze dei piccoli e medi operatori delle telecomunicazioni.

Si è concluso nel migliore dei modi APRO19, il nostro evento che ogni anno misura lo stato del mercato delle tlc e del 5g nel nostro Paese, tra sfide e opportunità. Se ci aspettavamo risposte e impegni da parte della politica le abbiamo ricevute.

Le forze al governo, M5S e Lega, si sono impegnate per aprire dei tavoli e trovare soluzioni per aumentare la concorrenza ed eliminare le ingiustizie che ancora oggi limitano le attività dei piccoli e medi operatori.

Ecco cosa è emerso dal tavolo con le forze politiche, oltre che le idee e curiosità che sono state lanciate sul palco di APRO19 la scorsa settimana.

Lega e 5Stelle ascoltano le istanze dei piccoli e medi operatori delle tlc

Ospite al tavolo politico, Michele Gubitosa (Movimento 5 Stelle) ha evidenziato la “necessità di una tutela per i provider indipendenti, che hanno un ruolo decisivo, e lo avranno ancora di più in futuro, per offrire servizi necessari ai  cittadini, come la teleassistenza in campo sanitario”. Il deputato ha poi aggiunto: «Da qui a 10 anni, chi non sarà connesso alla Rete non avrà servizi di prima necessità. Come istituzioni, organizzeremo dei tavoli più ristretti con i rappresentanti di Assoprovider, per aiutare un settore di vitale importanza per i cittadini».

Presente per la Lega, Francesco Lucianò, che ha parlato dell’impegno del partito su vari fronti del mercato tlc, come il completamento delle infrastrutture di Rete, iniziative per offrire più informazione sui temi del digitale, attraverso un percorso scolastico di educazione civica e televisivo con il coinvolgimento della RAI, e soprattutto dei provvedimenti a favore dei piccoli operatori: «Stiamo lavorando – ha dichiarato Lucianò – per favorire dal punto di vista fiscale  gli operatori che hanno un numero di collegamenti fissi ridotti e meno numerosi».

Terzo ospite al tavolo, Marco Bellezza del MISE ha evidenziato il cambio di approccio dell’attuale Governo nei confronti dei piccoli e medi operatori: «L’intenzione del Governo è di cercare soluzioni per favorire le PMI delle tlc. L’approccio è cambiato: c’è più collaborazione e apertura con realtà come Assoprovider».

Promesse e impegni che hanno soddisfatto gli imprenditori presenti all’evento, come Fulvio Sarzana, rappresentante legale di Assoprovider, che ha dichiarato: «La politica ha dimostrato oggi di saper ascoltare. Ora deve agire con più consapevolezza sui vincoli amministrativi e burocratici che bloccano la crescita delle PMI nel settore. Dopo l’ascolto, ci aspettiamo delle azioni concrete».

Le bugie sul 5G e la killer app

APRO19 è stato aperto dall’intervento di Paolo Di Francesco, consigliere Assoprovider, che ha inaugurato un progetto che porterà le prime sperimentazioni del 5G a Busseto Pallizzolo, una comunità rurale siciliana. La sua azienda è fresca vincitrice di Flame, una open call finanziata dalla Comunità Europea. 

Nel suo intervento, Di Francesco si è soffermato sulle tante menzogne che sono state dette sul 5G: «La più odiosa è che il 5G è uno strumento destinato solo a grandi operatori. Al contrario, è una tecnologia la cui architettura può essere implementata anche da un piccolo operatore, con dei saggi investimenti. Nel 5G si aspetta ancora la killer app, che convincerà i clienti delle compagnie a trasferirsi dal 4 al 5G e pagare di più».

Come combattere il digital divide

Soddisfazione per i risultati dei lavori anche da parte di Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider, da sempre in prima linea nella lotta al digital divide: «Bisogna avere il coraggio di dire basta ai modelli di business che concentrano tutto nelle mani di pochi operatori. Il digital divide si combatte con modelli di business che coinvolgono i piccoli operatori locali delle tlc. Sono proprio loro che  da sempre sperimentano nuove tecnologie, collaborano, e si occupano concretamente di portare Internet in zone considerate a fallimento di mercato», ha spiegato.

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