Contributi per l’imprenditoria femminile e Decreto Sud: Le nuove Agevolazioni per i Provider

Assoprovider propone un nuovo webinar sulla finanza agevolata, in compagnia del dottore commercialista Roberto Iannaccone, consulente dell’associazione.

Con Roberto Iannaccone, dottore commercialista e consulente Assoprovider per la finanza agevolata, scopriamo le ultime notizie sui crediti d'imposta e i contributi/sussidi di cui possiamo usufruire come provider di servizi Internet.

Introducono i lavori i vicepresidenti Assoprovider Antonella Oliviero e Marcello Cama.

Per rivedere la registrazione completa dell'appuntamento, inclusa la sessione di “Domande e Risposte” visita il canale ufficiale di Assoprovider su YouTube:

Contributi per l'Imprenditorialità Femminile

Precisiamo innanzitutto che il bando di finanziamento per l’imprenditorialità femminile, al momento non è attivo. Tuttavia, con la nuova legge finanziaria, sono stati già stanziati fondi per la sua riapertura e si attende solo l’approvazione definitiva.

Il bando è indirizzato sia a imprese in fase di costituzione, incluse le ditte individuali avviate da persone fisiche, sia a imprese già consolidate, senza restrizioni di anzianità. In particolare, è valido per:

  • Cooperative o società di persone che abbiano almeno il 60% di donne nel loro organico sociale.
  • Società di capitali dove almeno due terzi delle quote e dei posti negli organi di amministrazione sono detenuti da donne.
  • Imprese individuali guidate da donne.

Questo bando rappresenta un'opportunità significativa, poiché offre contributi con requisiti accessibili e non troppo restrittivi. I settori ammessi ai finanziamenti comprendono:

  • Produzione di beni nei settori dell'industria, dell'artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli
  • Commercio
  • Turismo
  • Fornitura di servizi in qualsiasi settore

Sono esclusi i settori della produzione primaria di prodotti agricoli, pesca, acquacoltura e silvicoltura.

In questo prospetto realizzato dal dottor Iannaccone, vediamo le due diverse possibili tipologie di contributo, per l’Avvio di una nuova impresa o per l’Ampliamento e il consolidamento di un’impresa già costituita, con i relativi importi:

I finanziamenti proposti sono a tasso zero o a fondo perduto, rendendo l'incentivo particolarmente vantaggioso. Le spese ammissibili includono

  • Immobilizzazioni materiali (macchinari, impianti, attrezzature, opere edili) e immateriali (software, brevetti, licenze, marchi)
  • Servizi in cloud, funzionali ai processi portanti della gestione aziendale
  • Personale dipendente assunto a tempo determinato o indeterminato
  • Capitale circolante (materie prime, materiali di consumo, servizi, affitti, noleggi e leasing)

Per quanto riguarda l'iter procedurale, dopo la presentazione della domanda, vengono effettuati controlli automatici incrociati con il registro delle imprese e i dati dei detentori di quote. Entro 60 giorni si procede con una prima valutazione e un colloquio di merito. Dopo ulteriori 30 giorni, viene emesso un provvedimento di concessione. Il progetto dovrà essere realizzato entro 24 mesi per l'erogazione del contributo. Nel caso di ampliamento dell'attività, il finanziamento a tasso zero dovrà essere restituito entro un periodo di 8 anni.

In conclusione, è un'opportunità da non sottovalutare per le imprese che rientrano nei criteri di ammissibilità, con la possibilità di accedere a risorse finanziarie vantaggiose per la crescita e lo sviluppo dell'impresa.

Voucher Connettività

Già discussi in passato, rivediamo ora gli aspetti salienti del voucher connettività, una misura volta a stimolare la digitalizzazione delle imprese tramite l'accesso a Internet ultraveloce. Questo voucher è destinato alle aziende di dimensione micro, piccola e media regolarmente iscritte al Registro delle Imprese.

La misura consiste nel fornire un contributo, sotto forma di sconto, sul prezzo di vendita dei canoni di connessione a Internet in banda ultra larga. Un punto cruciale da sottolineare è la scadenza imminente: i voucher possono essere attivati solamente fino al 31 dicembre 2023. Si prevede che la misura possa essere rinnovata per i prossimi mesi, ma al momento non è detto: pertanto rimaniamo in attesa di ulteriori sviluppi in merito. La richiesta può essere inoltrata a qualunque operatore di telecomunicazioni (TLC). 

Ricapitoliamo brevemente le tipologie di voucher disponibili:

  1. Voucher A1: Contributo di 300 euro per un contratto di 18 mesi per connettività con velocità di download da 30 Mbit/s a 300 Mbit/s.
  2. Voucher A2: Contributo di 300 euro, estendibile fino a 500 euro, per un contratto di 18 mesi per connettività da 300 Mbit/s a 1 Gbit/s, con possibilità di un contributo aggiuntivo per coprire i costi di allaccio alla rete.
  3. Voucher B: Contributo di 500 euro, aumentabile fino a 500 euro aggiuntivi, per un contratto di 18 mesi per connettività da 300 Mbit/s a 1 Gbit/s, con una banda minima garantita di 30 Mbit/s.
  4. Voucher C: Contributo di 2.000 euro, incrementabile di ulteriori 500 euro, per un contratto di 24 mesi per connettività superiore a 1 Gbit/s, con una banda minima garantita di 100 Mbit/s.

Tutta la modulistica per gli operatori è disponibile sul sito Infratel: https://www.infratelitalia.it/archivio-news/notizie/piano-voucher-fase-ii-imprese 

Al momento non è ancora chiaro se il contributo sarà rinnovato per i prossimi mesi, per cui sul tema attendiamo sviluppi.

Zona ZES

Passiamo ora a un'analisi dettagliata sulle recenti evoluzioni riguardanti le Zone Speciali Uniche (ZES), soprattutto nell'area meridionale d'Italia. A seguito del “Decreto Sud” del settembre 2023, si è assistito a un'importante trasformazione: da 8 ZES distinte, si è passati a una Zona Unica, che riguarda le regioni del Sud, ovvero Calabria, Sicilia, Puglia e Campania.

I soggetti che vanno a insediarsi in tale area unica, potranno usufruire di notevoli vantaggi, sia per gli investimenti, che dal punto di vista fiscale.

È previsto per esempio un credito d’imposta per investimenti in impianti, macchinari e attrezzature, relative a realizzazioni di natura rilevante. Nello specifico, i soggetti che si insediano nell’area ZES possono realizzare, ampliando la propria attività, anche l’acquisto di terreni e immobili strumentali all’investimento, purché la loro quota non superi il 50 per cento del valore complessivo dell’investimento per cui si richiede l’agevolazione. Pensiamo, per esempio, a una richiesta complessiva di 200mila euro: l’acquisizione di terreni e immobili non dovrà in questo caso superare i 100mila euro.

La finalità della normativa è, come dice il nome, di creare zone speciali dove le imprese possono non solo sviluppare la propria attività che può avere finalità produttiva, ma anche quella di offrire servizi, come nel caso delle aziende di telecomunicazioni. 

Per quanto riguarda la misura massima prevista per i finanziamenti, il credito d'imposta segue le direttive della Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027, ed è proporzionato alla quota del costo complessivo dei beni acquisiti. Per gli investimenti immobiliari parliamo di acquisti realizzati dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024. Il limite massimo per ciascun progetto d'investimento è fissato a 100 milioni di euro, e l'importo minimo degli investimenti non può essere inferiore ai 200mila euro.

Al momento, siamo in attesa del decreto che definirà le modalità di accesso al beneficio, i criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del credito d'imposta, nonché i controlli relativi. Dobbiamo purtroppo constatare che, nonostante l'inclusione di molti settori nei benefici previsti dal Decreto Sud, la banda larga è stata esclusa. Almeno per ora: si attende infatti una possibile revisione di questa scelta tramite il decreto di conversione.

Credito d’Imposta Mezzogiorno – PON

Tra le ultime opportunità interessanti per le imprese, il dottor Iannaccone cita le risorse aggiuntive messe a disposizione con il PON Imprese e Competitività 2014-2020 FESR.

Si tratta di fondi messi a disposizione delle imprese che hanno già usufruito del credito d'imposta Bonus Sud per l’acquisto di beni strumentali. Si può accedere alla misura se si è conformi ai criteri definiti dal decreto ministeriale del 29 luglio 2016 e cioè:

  • ammontare minimo dell'investimento (500mila euro)
  • esclusione delle sole attività economiche del settore agricoltura, silvicoltura e pesce
  • localizzazione nelle regioni meno sviluppate
  • riconducibilità degli investimenti agli ambiti applicativi della Strategia nazionale di specializzazione intelligente

Le aziende che rispettano questi requisiti hanno la possibilità di presentare una richiesta alla Direzione generale per gli incentivi alle imprese, per ottenere un co-finanziamento con le risorse del PON. Il Ministero dello Sviluppo Economico valuterà le disposizioni stabilite dal decreto e gli obblighi di rendicontazione, decidendo quindi se concedere o meno l'ulteriore finanziamento tramite fondi regionali. È importante sottolineare che, in caso di progetti non ammessi, il credito d'imposta precedentemente ottenuto non andrà perso.

Per la gestione di questo strumento agevolativo, sono state stipulate apposite convenzioni tra il Ministero e le Regioni interessate, quali Molise, Calabria e Campania. Questa è un'opportunità significativa per le imprese che rispondono ai criteri suddetti, offrendo loro la possibilità di accedere a risorse finanziarie supplementari per sostenere e potenziare i loro investimenti.

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