[APWeb 1023] Il ricorso Assoprovider sull’Antipirateria e le norme sul Parental Control

Nuovo Webinar Assoprovider per gli associati: con il legale Fulvio Sarzana di S. Ippolito discutiamo il ricorso al Tar sulle norme antipirateria e le disposizioni sul Parental Control, da attivare entro il 21 Novembre.

Assoprovider ha deciso di ricorrere al Tar per contestare le modifiche al Regolamento in materia di diritto d’autore e i presupposti della stessa norma, ovvero la legge 93 del 14 luglio  2023 in materia di antipirateria, entrata in vigore lo scorso otto agosto. 

Questa la notizia al centro del primo slot di questo nuovo webinar dell’associazione degli internet provider indipendenti, con le riflessioni dell’avvocato Fulvio Sarzana di S. Ippolito, trasmesso in diretta su YouTube e LinkedIn martedì 17 ottobre.

Successivamente, la riflessione si è spostata sul Parental Control, quali sono gli obblighi per i provider e le soluzioni tecniche per implementarlo, proposte dai partner Assoprovider.

Hanno introdotto i lavori e moderato l’appuntamento i vicepresidenti di Assoprovider, Antonella Oliviero e Marcello Cama.

Puoi rivedere la registrazione completa del webinar sul canale ufficiale di Assoprovider su YouTube:

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Antipirateria, il ricorso presentato al Tar da Assoprovider

L’Avvocato Sarzana introduce i lavori illustrando le ragioni dietro il ricorso al Tar presentato sulle nuove norme antipirateria:

«Una cosa deve essere assolutamente chiara: Assoprovider non è a favore della pirateria, ma anzi supporta autori e interpreti. Questo non significa però che i provider debbano svolgere un lavoro di ricerca di commissione di attività illecite che fanno capo a terzi e che non hanno nulla a che vedere con le proprie reti. Questo è il problema che Assoprovider ha sempre segnalato e ci ha portato al ricorso presentato al Tar».

Soprattutto, sottolinea il legale, sono inaccettabili le tempistiche richieste ai provider per l’inibizione all’accesso dei contenuti in violazione del copyright (lo ricordiamo, 30 minuti dalla segnalazione ricevuta).

«Tempi incompatibili con le attività di piccole e medie imprese che dovrebbero investire diverse migliaia di euro per implementare questo tipo di attività. E, pur facendolo, non riuscirebbero in ogni caso a far fronte alla mole di richieste, che, ci si aspetta, saranno decine al giorno. Senza prevedere, per giunta, alcun tipo di ristoro per le aziende che dovrebbero occuparsene».

Le norme europee, al contrario di quanto avvenuto in Italia, pongono quest’onere sulle grandi piattaforme di hosting, sottolinea Sarzana.

«L’associazione, con il suo ricorso, affronta quindi una battaglia di civiltà, come ha sottolineato il presidente Assoprovider Giovanbattista Frontera, per la tutela delle PMI italiane, che hanno tutto il diritto di non essere considerate come lo snodo di attività, illecite, che non le riguardano affatto».

Il Tar Accoglie l’Istanza di Assoprovider

In tempi record, il Tribunale amministrativo Regionale del Lazio, sede di Roma, ha emesso un’ordinanza Presidenziale il 17 ottobre 2023, con la quale accoglie l’istanza di Assoprovider sul Regolamento in materia di diritto d’autore predisposto dall’Autorità a seguito dell’emanazione della legge 14 luglio 2023, 93, in materia di antipirateria.

Il TAR ha ordinato all’AgCom di depositare i rilievi operati dalla Commissione Europea alle disposizioni antipirateria.

Parental Control: cosa fare per essere in regola?

L’intervento del legale Sarzana si concentra poi su un altro fronte di preoccupazione per i provider, l’implementazione del Parental Control, ovvero di un sistema per il filtraggio di contenuti inappropriati dalla potenziale fruizione da parte dei minori.

Il decreto legge n. 28/2020, convertito a giugno, ne ha introdotto l’obbligo, per operatori fissi e mobili.

In sostanza, la norma prevede l’implementazione di un sistema di filtraggio automatico che impedisca, a chi naviga, di collegarsi a piattaforme con contenuti inappropriati e non adatti a un pubblico minorenne.

Attenzione, sottolinea Sarzana, “parliamo di attività lecite dal punto di vista normativo, ma inappropriate al pubblico più giovane, che possono ledere il loro sviluppo psicofisico”.

In sostanza la legge – a cui si è affiancato il cosiddetto Decreto Caivano pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre – si fonda su due pilastri. Il primo è quello di filtrare i contenuti, il secondo è l’obbligo informativo del provider nei confronti dei propri utenti.

Approfondiamo innanzitutto il primo aspetto.

AGCOM ha recepito il decreto legge citato con la delibera 9/23/CONS. Cosa prevede?

  • Entro il 21 novembre, il Parental Control deve essere preattivato su tutte le nuove linee Internet, fisse o mobili.
  • Sui contratti già in essere, il Parental Control deve essere attivato solo se il contratto è intestato a un minorenne.
  • Può essere disattivato, su richiesta, solo da parte del titolare del contratto, se maggiorenne. È invece disattivabile dal soggetto che esercita la responsabilità genitoriale sul titolare del contratto, se quest’ultimo è minorenne.
  • La disattivazione, la riattivazione e la configurazione può essere effettuata nel momento in cui il soggetto titolare del contratto è identificato mediante PIN, OTP, SPID o accesso all’area web riservata del sito dell’operatore.
  • Sulle linee già attivate, gli utenti possono decidere se attivarlo o meno, facendone richiesta.
  • Il provvedimento non riguarda la clientela di tipo business.
  • Il servizio è da fornire gratuitamente agli utenti e la sua fornitura non può essere vincolata alla sottoscrizione di qualsiasi servizio accessorio a pagamento.
  • Gli operatori assicurano adeguate forme di pubblicità dei servizi preattivati, in modo che i consumatori possano compiere scelte informate. 

Sempre entro il 21 novembre gli operatori dovranno comunicare all’Autorità le categorie utilizzate per i sistemi di Parental Control, le cui funzioni minime devono includere il blocco dei domini e dei siti web che ospitano i contenuti oggetto di filtro.

«Facciamo chiarezza su un punto – commenta Sarzana – La legge parla di obblighi per gli operatori di comunicazione elettronica. Ma individuare quale sia effettivamente la tipologia di operatore sottoposta all’obbligo è compito del Ministero competente e dell’AgCom, perché, come sappiamo, esistono diverse categorie di provider. Comunicare all’AgCom il proprio nominativo e i soggetti terzi che offrono il servizio di Parental Control potrebbe essere quindi prematuro in questa fase. Anche perché l’Autorità, in caso di violazione dell’obbligo, effettuerà una diffida preventiva, a cui l’operatore deve rispondere entro 60 giorni: piuttosto che “autodenunciarsi” all’AgCom con questa comunicazione, sarebbe meglio attendere eventuali comunicazioni», spiega il legale.

Quali sono le principali tipologie di contenuti che dovranno essere bloccati?

  • Contenuti per adulti
  • Armi
  • Gioco d’azzardo
  • Violenza
  • Odio e discriminazione
  • Promozione di pratiche che possono danneggiare la salute
  • Anonymizer
  • Sette

Il secondo pilastro è quello dell’obbligo informativo, su cui gli operatori devono prestare molta attenzione. Il cosiddetto Decreto Caivano – pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre – prevede che entro il 16 ottobre 2023 (il termine è quindi già superato), gli operatori debbano fornire tutte le informazioni necessarie ai propri clienti, sui sistemi di Parental Control.

Il vero e proprio obbligo risiede quindi in questo: fornire delle informazioni in maniera chiara e trasparente, attraverso il proprio sito web e altre modalità di comunicazione (pensiamo alle fatture inviate periodicamente ai propri clienti).

In questo modo, gli utenti che volessero farlo, potranno richiedere l’attivazione, sempre gratuita, di sistemi di controllo parentale.

Parental Control: le Soluzioni dei Partner Assoprovider

Dopo aver approfondito gli aspetti legali, ci soffermiamo sulle soluzioni tecniche per il Parental Control, ideate da tre partner Assoprovider: Vayu, Splynx e Valcanale.net.

Vayu, la Soluzione Personalizzabile

Davide Stefanoni presenta la soluzione Vayu sul Parental Control, che comprende:

  • DNS Resolver, con cui applichiamo i servizi di filtraggio
  • Blocchi regolamentari, per rispondere alle liste di blocco previste dalle autorità (CNCPO, ADM, AgCom, Consob, etc.)
  • Whalebone per il filtraggio web con profili personalizzati e carrier grade
  • Customer Portal in filo diretto con il consumatore, per l’organizzazione dei diversi livelli di filtraggio (Nessun Filtro, Protezione Cybersecurity, Protezione Famiglia, Filtri personalizzati)
  • Supporto alla redazione dell’informativa tecnica e di comunicazione verso AgCom e clienti

ISP Billing di Splynx, per il servizio in cloud

Donato Filomena presenta la soluzione in cloud ISP Billing, che comprende una serie di funzionalità per la gestione dei clienti (archiviazione, fornitori, magazzino, gestione dei ticket, fatturazione elettronica, etc.).

Tra i servizi attivabili da parte dell’operatore (e quindi dai suoi clienti a valle), il Parental Control. L’utente, accedendo alla sua area personale, può attivare/disattivare il servizio (con l’invio di un OTP tramite SMS), attraverso i server DNS di FlashStart.

Il Case History di Valcanale.net

Salvatore Guarino presenta la soluzione realizzata da Valcanale, piccolo WISP nell’estremo nord est dell’Italia, a Tarvisio, tra Austria e Slovenia, e abbiamo solo clienti locali. L’impresa ha realizzato un Filtro DNS per il Parental Control, su tecnologia completamente open source, per realizzare una soluzione pensata per i piccoli provider. La soluzione è basata su Technitium DNS, un server DNS Open Source, ottimizzato per la privacy e la sicurezza, con delle semplici configurazioni da interfaccia web, facilmente integrabili grazie alle sue REST API.

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