«In Assoprovider cosa non è mai cambiato dal 1999 ad oggi? Il senso di fratellanza. Siamo in “assemblea continua” anche se ci vediamo un paio di volte l’anno. E tra molti di noi si sono instaurate negli anni delle grandi amicizie», spiega Antonio Ruggiero, segretario amministrativo di Assoprovider, è uno dei volti storici dell’associazione, protagonista fin dagli albori.
In questo articolo ripercorriamo con lui il lungo cammino che ha portato Assoprovider a diventare un punto di riferimento per i provider indipendenti italiani.
La storia che Antonio ci racconta è anche l’occasione di ricalcare alcune delle tappe più significative della diffusione di Internet nel nostro Paese e di omaggiare i giovani protagonisti del tempo: ragazzi poco più che ventenni che, con pochi mezzi e tanta determinazione, hanno lottato contro i giganti delle TLC per fare gli interessi dei medi e piccoli imprenditori e di tutti i cittadini.
“Ragazzi terribili” contro ingiustizie e montagne di burocrazia
Il racconto di Antonio parte dalla metà degli anni Novanta, quando un manipolo di giovani avventurieri si lanciano nel mercato della connessione Internet, facendo i primi abbonamenti a privati e imprese che volevano connettersi al web:
«Il mio percorso è quello di tanti ragazzi in quegli anni affascinati dal mondo delle TLC. Avevo con alcuni amici fondato una società di informatica. Quando Internet cominciò a diffondersi, fiutammo la grande opportunità e allora lanciammo la spin-off Netfly srl per offrire Internet su abbonamento a un bacino di utenza potenziale di 200mila abitanti, dei comuni dell’Agro Nocerino Sarnese. Le cose andavano bene: a regime avevamo circa 800 utenti paganti, che erano titolari di un abbonamento di 300mila lire l’anno per accedere a Internet e alla posta elettronica».
Tuttavia, la situazione era destinata a cambiare rapidamente: l’ingresso di Libero.it, nel luglio del 1999, che consentiva a chiunque di collegarsi a Internet in modo gratuito registrandosi al portale, rischiava di tagliare le gambe a molti dei primi provider che si erano diffusi in tutt’Italia:
«Molti di noi, con l’ingresso sul mercato di Libero.it, si trovarono di fronte a un bivio: se lasciar perdere tutto e dedicarsi ad altro, oppure non arrendersi. Fu così che nacque Assoprovider».
La nascita di Assoprovider con l’aiuto di una rivista mensile
Dopo la “mazzata” di Libero.it, la vera sfida era come mettere in contatto i provider indipendenti e convincerli a lavorare in team verso obiettivi comuni:
«C’era una rivista mensile, Internet News. Nelle ultime pagine potevi trovare l’elenco dei provider divisi per regione e località. Allora mettemmo insieme un certo numero di contatti e usammo la posta elettronica per conoscerci e capire quali erano le necessità comuni. Il passo successivo fu la creazione di un’associazione».
Alcuni dei provider della lista si incontrarono a Roma, davanti ad un notaio, il 26 Luglio del 1999. Intanto, era stato deciso il nome dell’associazione, Assoprovider. Il primo nucleo raggruppava una quarantina di aziende, che sarebbero poi diventate novanta dopo due mesi. Oggi il network di Assoprovider può contare su più di 230 aziende.
Le prime tre grandi vittorie
«La prima grande vittoria fu il riconoscimento degli ISP come operatori di telecomunicazione, in quella che è passata alla storia come “la Legge Salva Provider”. Finalmente, ci veniva riconosciuto lo status di imprese di comunicazione. Così potevamo equipararci ad altri grossi operatori del mercato e stringere gli stessi accordi con l’operatore dominante Telecom Italia. In seguito poi, nel 2005, ottenemmo un altro risultato incredibile: la condanna di Telecom per abuso di posizione dominante, e una multa conseguente di 152 milioni di euro».
Due incredibili risultati per i primi anni dell’associazione a cui seguirono altri risultati, tra i quali la liberalizzazione del wifi nei locali aperti al pubblico o in aree confinate di frequentazione pubblica:
«Questa è stata la vittoria più emozionante per me. Non era facile far passare la legge perché all’epoca, nel 2005, ci appoggiava solo l’opposizione. Ricordo bene due sit-in di protesta, il primo a Montecitorio, l’altro a Palazzo Madama. Oggi molti nostri soci offrono connettività non più sul cavo ma wireless. Senza quella vittoria non si sarebbe sviluppato un intero mercato».
Guarda nel video tutte le tappe più importanti della storia di Assoprovider: Apro19 – i 20 anni di Assoprovider
Il senso di fratellanza
Come ultima “tappa” del suo racconto Antonio ci aiuta a fare un bilancio di quello che è cambiato nei vent’anni di vita dell’associazione e cosa, al contrario, è rimasto come agli inizi:
«Sono cresciuti i soci, come è cresciuta la consapevolezza. Oggi molti ragazzi che vogliono operare nelle TLC ci considerano un punto di riferimento e si rivolgono a noi per capire come muoversi, ottenere autorizzazioni, aggirare gli ostacoli burocratici. Quella che non è cambiata è l’atmosfera, il clima di fratellanza che si è instaurato tra gli associati, un’amicizia che travalica il lavoro e gli obiettivi dell’associazione».
Per trasmettere l’idea della fratellanza che lega i soci di Assoprovider, Antonio racconta un episodio, che ha come protagonista un altro dei membri storici di Assoprovider, Matteo Fici:
«Matteo è da sempre impegnato a Palermo in attività di contrasto alla mafia. Per questo suo impegno subì un atto intimidatorio: un bus che usava per insegnare ai ragazzi i fondamenti dell’informatica in giro per la città fu bruciato. Allora di mia iniziativa, proposi una colletta ai soci: in poco tempo raccogliemmo i soldi per l’acquisto di un bus nuovo. Ma questo è solo uno dei tanti episodi che testimonia lo spirito dell’associazione che è rimasto intatto negli anni».
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