Giovane provider 32enne, Jan Sossi (nuovo socio Assoprovider) racconta cosa ci sarebbe bisogno per aumentare le opportunità per i provider indipendenti nelle zone rurali.
Ha le idee chiare su cosa hanno bisogno i provider indipendenti per consolidare le loro nicchie di mercato. Jan Sossi, 32 anni, malgrado la giovane età ha già una lunga esperienza come imprenditore delle tlc. Una carriera iniziata nel 2014, con una prima attività di assistenza informatica e consulenza, che poi ha fatto un grande salto quando ha deciso di allargare la sua attività, iscrivendo al Registro degli ISP la sua 2S computers, nel 2019.
Abbiamo raggiunto Jan per dargli il benvenuto come nuovo socio di Assoprovider e per farci raccontare qual è il suo punto di vista sul mercato delle tlc oggi e cosa si può fare per aumentare il raggio d’azione dei provider indipendenti.
I provider indipendenti decisivi in piena Pandemia
L’azienda di Jan opera nella provincia di Trieste. L’imprenditore sottolinea il ruolo decisivo avuto da provider come il suo, in piena emergenza pandemica:
“Gli investimenti per migliorare le infrastrutture della Rete sono stati realizzati tutti nelle grandi città. Niente è stato fatto nelle zone rurali e senza l’apporto di provider come il nostro non sarebbe stato possibile garantire lo smartworking e la DAD in tantissime zone del Paese. Se non ci fossimo stati noi a mettere una pezza, ci sarebbe stata gente costretta a navigare a 128K, con tutto lo stress e i danni economici per le aziende che questo avrebbe comportato”.
Essere un provider indipendente diventa quasi una vocazione per Jan e per i tanti come lui che decidono di opporsi alle logiche spesso poco etiche delle multinazionali del settore: “Non puoi fare questo lavoro se non credi nei valori della trasparenza e del supporto del cliente. A differenza dei grossi player che dietro offerte del tipo, “a partire da 19 euro al mese”, nascondono insidie e contratti iper vincolanti, un provider come il nostro lavora su un territorio che conosce, a stretto contatto con le persone del posto. Per questo, non può mentire, dato che l’importanza delle relazioni viene prima del business, e ha l’indipendenza per parlare con il cliente con sincerità, offrendogli sempre il meglio. Per nostra natura, puntiamo sulla qualità e non sulla quantità”, continua Jan.
Tipi tosti
Jan ci racconta di aver conosciuto Assoprovider durante un corso di Sice (uno dei nostri partner, ndr), di essere entrato in associazione prima con una green card, e poi di avere scelto di diventare socio:
“Mi sono detto: “Questi sono tipi tosti”, soprattutto guardando le tante battaglie che hanno saputo vincere. Sono entrato in associazione perché sapevo che incontrando persone che facevano il mio stesso mestiere avrei potuto scambiare consigli e buone pratiche. E poi per avere una consulenza legale specifica, che è molto complesso trovare soprattutto per un campo così peculiare, come quello delle tlc”.
Al termine dell’intervista, Jan ci svela cosa ci sarebbe bisogno, a suo modo di vedere, per creare più vantaggi e opportunità per i provider indipendenti: “Due sono le cose che mi vengono subito in mente. La prima, una legislazione più favorevole riguardo lo spettro radio, soprattutto nelle zone rurali. E poi dare l’opportunità ai piccoli e medi provider di usufruire delle linee già posate, garantendo prezzi concorrenziali per competere con i grandi leader, continuando a lavorare per il bene del territorio”.
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