Umbria, Assoprovider contro la legge regionale: “Penalizza noi e gli utenti”

Il vice presidente Gianbattista Frontera denuncia i cambiamenti alla legge 31/2013 perché ostacolano i provider indipendenti e rallentano la digitalizzazione della Regione.

PERUGIA 7 GIUGNO 2021

Una modifica a una legge che calpesta i diritti degli operatori di prossimità. Assoprovider, l’associazione dei provider indipendenti, esprime stupore e disappunto, con le parole del suo vice presidente Gianbattista Frontera sulla modifica sostanziale della legge regionale 31/2013, avvenuta con la delibera di giunta DGR n. 437 del 12/05/2021.

Una legge che di fatto, tra le altre cose, ha cancellato l’esenzione dei provider dai canoni per l’attraversamento del demanio di proprietà regionale, per la posa di fibra ottica: “La modifica della legge ci ha colpito ancora di più siccome la sentivamo nostra, in quanto noi come Assoprovider, partecipammo alla sua redazione”, continua Frontera.

La cancellazione delle esenzioni, non è l’unica modifica della legge che:

  • Non consente più alla Regione Umbria di farsi parte diligente nell’armonizzazione di regolamenti e norme di sotto/sopra suolo per le infrastrutture di telecomunicazione, sia provinciali che comunali;
  • Cancella la consulta di telecomunicazioni, un organo che consentiva un dialogo permanente con gli stakeholder;
  • Non rende più automatica la possibilità per tutti gli operatori di avere avere a disposizione in noleggio gli oltre 600 km di fibra di proprietà regionale.

«Dopo 5 anni di inazione da parte della giunta precedente, come parte diligente nell’applicazione della legge, con la nuova giunta , passa lo “storytelling” del taglio della regolamentazione regionale nel settore della digitalizzazione, come se l’incertezza delle regole fosse un fattore accelerante, in un momento così delicato per il nostro Paese e la Regione » sostiene Frontera.

«Il passaggio dalla giunta precedente alla giunta attuale – continua il vice presidente di Assoprovider – di diverso orientamento politico, nella regolamentazione del settore delle telecomunicazioni, ha un che di “gattopardesco” dove: “cambiamo tutto, per non cambiare nulla” », conclude il vicepresidente di Assoprovider.

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